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La Negative SEO esiste, ma cos’è? E come ci si può difendere?

Parliamo di Negative SEO perché inevitabilmente come in ogni settore, esiste chi lavora seguendo le regole e chi, pur di trarre profitto personale, cerca di danneggiare i competitor con ogni mezzo. L’attività di ottimizzazione SEO per i motori di ricerca on site e off-page sappiamo essere di fondamentale importanza per raggiungere una buona posizione nella SERP di Google o di qualunque altro motore di ricerca.
La Negative SEO, di fatto, consiste nel mettere in pratica azioni (scorrette) mirate a danneggiare il posizionamento dei siti web sui motori di ricerca.

Diciamo la verità, la concorrenza sleale è purtroppo una realtà spesso messa in pratica dai “furbetti del quartierino” e non è certo una novità. Tuttavia l’aggiornamento di Google Penguin ha reso particolarmente attuale questo dibattito per l’importanza che l’algoritmo attribuisce al backlinking penalizzando “SEO Spam” e link innaturali. L’ultimo update, infatti, ha preso di mira in modo anche aggressivo moltissimi siti che avevano backlink site-wide così come link non naturali – magari ottenuti a pagamento – oppure link inseriti nei forum o nei commenti dei blog di tipo to do follow.
Inizialmente Google, attraverso le parole di Matt Cutts il senior developer e massima autorità del settore, negava categoricamente la possibilità di porre in essere azioni efficaci di negative SEO.
Secondo queste prime dichiarazioni, infatti, Cutts rassicurava gli scettici affermando che l’algoritmo di Google era in grado di capire se un link fosse o meno naturale e di attribuirgli il giusto valore, eventualmente non considerandolo affatto.
Ma alcune segnalazioni e casi eclatanti lo hanno costretto a ritrattare.

Quali sono le principali tecniche di Negative SEO conosciute?

  • Acquistare un elevato numero link di bassa qualità;
  • Duplicare n volte il sito o le pagine interne del sito;
  • Bucare/Hackerare il sito;
  • Bucare il GWT/profili social;
  • Manipolare i controlli antispam (DMCA’s/spamhaus etc);
  • Cancellare/sostituire Link.

Negative SEO e backlinks: conoscere per difendersi

In questo articolo analizzeremo un aspetto specifico di queste pratiche che non vuole essere esaustivo dell’intera tematica: Negative SEO e Backlinks.
Nel suo ultimo intervento Cutts spiega di come “Google works hard to prevent other webmasters from being able to harm your ranking or have your site removed from our index. If you’re concerned about another site linking to yours, we suggest contacting the webmaster of the site in question. Google aggregates and organizes information published on the web; we don’t control the content of these pages.

La Negative SEO diventa, quindi, un’arma molto pericolosa e il rischio di veder precipitare nella SERP il nostro sito, non necessariamente per un nostro errore, molto reale.
Per questo è non solo auspicabile, ma indispensabile monitorare costantemente i propri backlink per poter intervenire prontamente e scongiurare danni in termini di autorevolezza, visibilità e Web Reputation.

negative seo backlinks

Monitora i backlink di un’eventuale Negative SEO

Analizziamo in dettaglio 3 tra le pratiche più comunemente utilizzate di una Negative SEO e quali gli strumenti per difendersi con l’aiuto di un SEO audit avanzato:

  • acquisto e costruzione di una rete di backlink di bassa qualità indirizzate verso il sito che si intende danneggiare;
  • aumento di spam link con anchor text simile o uguale alle keywords su cui punta il competitor;
  • cancellazione di link in modo indiscriminato.

Un esempio pratico: la mia attività consiste nella vendita di chiavi e serramenti su Milano. Individuo un mio competitor che per le mie stesse parole chiave è tra i primi risultati dei motori di ricerca. Creo o acquisto un pacchetto di backlink da siti di bassa qualità diretti verso il suo sito utilizzando come anchor text “serramenti Milano” (potenzialmente classificabile come keyword stuffing), o peggio ancora una della famigerata “famiglia” PPP (Porn, Paid, Pills). In questo modo il crawler di Google, nella periodica scansione delle pagine indicizzate, potrebbe penalizzare il sito del mio competitor.

Sembra fin troppo semplice danneggiare un proprio rivale, per questo è così importante prestare la massima attenzione ai nuovi link entranti studiando eventuali situazioni anomale.

I migliori strumenti che abbiamo a disposizione per il monitoraggio SEO dei backlink sono:

  • Google Analytics;
  • Google Webmaster’s Tool:
    Clicca su “Traffico di Ricerca” sul menù a sinistra > Link che rimandano al tuo sito > Chi utilizza più link > Altro;
  • Majestic SEO.

Majestic SEO, come utilizzarlo?

Majestic SEO è probabilmente il web tool maggiormente utilizzato per la sua completezza e semplicità di utilizzo. Ecco come utilizzarlo al meglio anche nella versione free, nonostante la versione a pagamento sia più completa e giustifica l’investimento. Dopo aver creato un profilo, non potrete più fare a meno di:

  • Site Explorer – digitando una Url all’interno del box di ricerca, il tool vi restituirà un quadro completo sulla pagina e sul sito a cui fa riferimento: traffico, velocità di caricamento, eventuali url di provenienza, panoramica sui backlink e sugli anchor text di provenienza e molto altro ancora;
  • Keyword Checker – mostra la frequenza con cui keyword o keyphrase vengono visualizzate nei loro indici. È possibile espandere l’elenco aggiungendo diverse frasi che consentono il confronto dell’interesse e della concorrenza su combinazioni di keyword o keyphrase.
  • Bulk Backlink Checker – permette di analizzare i numeri di backlink per un numero di Url in base al proprio abbonamento (disponibile anche la versione free con numero limitato). I risultati mostrano una sintesi del numero totale di link trovati, insieme al numero totale di domini di riferimento: permette di verificare rapidamente il numero di backlink e dei domini di provenienza degli oltre 10 miliardi di URL collegati al loro database.
  • Sezione “Lost” (interna a Site Explorer) – purtroppo molti Webmaster cancellano o sostituiscono link senza controllo. La sezione “Lost” permette di verificarlo in modo accurato.
  • Plugin per Firefox o Chrome – utile ma non indispensabile restituisce un’istantanea del sito direttamente dalla pagina in cui ci si trova visualizzando una scheda riassuntiva.
Buono a sapersi – Il Majestic Site Explorer, nella versione free, permetteva di visualizzare un massimo di 20 Url e molte funzioni erano limitate; recentemente, se riconosciuti come proprietari del sito da analizzare, verificato precedentemente nei Webmaster’s Tools, si può accedere alla lista completa dei backlink anche senza abbonamento!

Vittima di backlink di Negative SEO? Usa il disavow links tool

Il Disavow Link Tool è lo strumento di Google Webmaster che permette di chiedere la rimozione di backlink indesiderati di Negative SEO in entrata verso il proprio sito selezionandoli uno alla volta, piuttosto che filtrando un intero dominio. Il funzionamento è piuttosto semplice e consente di rinnegare link innaturali o di bassa qualità, bloccandone l’effetto dannoso. È abbastanza semplice come funzionamento:

  • Entra con il tuo account della Google Search Console e accedi al Disavow Links Tool
  • Scegli il sito (tra quelli presenti all’interno della tua pagina che gestisci) che pensi sia stato danneggiato da backlink negativi e abbia ricevuto o rischi una penalizzazione per questo.
  • Carica un file .txt con tutti gli URL che vuoi rinnegare e chiedere vengano rimossi avendo cura di inserire un URL per ogni riga o più genericamente l’intero dominio (domain:sitodarinnegare.ext). Puoi inserire eventuali commenti in righe a parte precedute dal simbolo # che, secondo norma, Google considererà come commenti e ignorerà.
    Dopo aver caricato il file dovrà trascorrere del tempo, purtroppo non quantificabile in termini precisi, prima che Google analizzi il file inviato e neutralizzi l’effetto dei link.
  • Una volta certo che i link nocivi siano stati rimossi si può procedere alla richiesta di riconsiderazione del tuo sito da parte di Google, descrivendo scrupolosamente l’avvenuto e i vostri interventi.

In ultima analisi, vale la massima “prevenire è meglio che curare”. Per questo nella nostra agenzia SEO invitiamo non solo a monitorare costantemente il proprio ranking in SERP per verificare una eventuale variazione della propria posizione e da cosa possa dipendere, ma anche tenere sempre traccia di tutti i propri backlink per avere immediatamente visibile un’anomalia o un backlinking innaturale e “spammoso”.

Claudio Migliorati
SEO Specialist