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Google Authorship e Author Rank

Nel corso degli ultimi due anni Google, nell’ottica di migliorare costantemente la fruibilità ed utilità del proprio motore di ricerca, ha implementato numerose e significative modifiche che rendono maggiormente mirati e dettagliati i risultati delle nostre ricerche.

I recenti aggiornamenti di Penguin e Panda operati da Google sono orientati a promuovere un “nuovo” modo di intendere la SEO che sarà sempre più progressivamente basata sull’autorevolezza dei contenuti proposti. Si parla per questo sempre di più di Reference Building piuttosto che di Link Building in cui il Rank di un certo contenuto/pagina sarà proporzionale al suo grado di apprezzamento, condivisione e citazione da parte delle persone. L’algoritmo, in continuo perfezionamento, premierà in termini “matematici” la qualità dei contenuti e al tempo stesso ne valorizzerà il valore Sociale dato dagli altri utenti del Web.
In questo senso, di poco successivo all’introduzione dei rich snippet, comparse sul blog ufficiale di Google Webmaster un articolo di Matt Cutts nel quale veniva illustrato il progetto di creare un sistema che permettesse la riconducibilità dei contenuti al proprio autore e, di conseguenza, la corretta attribuzione della paternità dell’opera.
Da questa idea è nato e si è evoluto il concetto di Google Authorship, ovvero il metodo con il quale è possibile segnalare, con uno specifico marcatore o procedimento di cui parleremo più avanti, che quel contenuto è di nostra proprietà.

In termini pratici, i risultati di ricerca per una determinata query andranno progressivamente a premiare quei contenuti ai quali è possibile ricondurre un autore identificato da nome e foto.

matt-cutts-snippet

L’obiettivo di questo “strumento” è garantire all’autore il miglior Author Rank vale a dire un insieme di benefici che si ottengono attraverso questo procedimento tra i quali possiamo individuare:

  • aumentare il CTR ai propri contenuti; come spiegato da Cutts in un’intervista “La foto non attrae solo l’attenzione, non attrae solo i click, è quasi come un “indicatore di trust“;
  • stabilire un rapporto di fiducia con il pubblico e incrementare il livello di “trust” del proprio nome e del contenuto ad esso collegato;
  • guadagnare riconoscibilità ed autorevolezza proporzionalmente alla valenza dei propri contenuti;
  • scalare la propria posizione in SERP a seguito di una combinazione di fattori (Ricerca, CTR, Qualità contenuti e pagina, fattori Social tra i principali).

Implementare il tag rel=”author”

Il punto di partenza per procedere all’implentazione dell’Authorship è quella di avere un Profilo Google Plus pubblico con cui collegare i contenuti redatti; il secondo aspetto da verificare è il processo inverso, ovvero il fatto che i contenuti presenti in un certo sito “riconoscano” te come autore e rimandino al tuo profilo G+.

I principali metodi con cui collegare un contenuto ad un autore sono 3:

Verificare con indirizzo e-mail

Il caso: voglio attribuire i contenuti di www.tun2u.it all’autore che ha un indirizzo e-mail sullo stesso dominio, ovvero nomecognome@tun2u.it.
Il modo più semplice, nel caso in cui l’indirizzo e-mail sia sullo stesso dominio del sito, è la verifica tramite e-mail accedendo alla pagina specifica di Google.

  • compila i campi;
  • clicca sul bottone “Richiedi attribuzione contenuti”;
  • verrà inviata una e-mail di verifica all’indirizzo che hai fornito, clicca sul link di conferma;
  • a questo punto in automatico verrai associato ai contenuti di quello specifico dominio come “contributore di”.

Linkare il contenuto al tuo profilo Google Plus rel=”author”

A livello di codice la procedura può essere eseguita in maniera altrettanto semplice con una conoscenza base dell’HTML. Basterà infatti linkare all’interno dell’articolo la vostra firma (foto o testo) seguendo uno di questi due semplici metodi:

1: Inserire direttamente nell’indirizzo specificato nell’href il parametro rel=”author come query string

<a href="[profile_url]?rel=author">Google</a>

2: Utilizzare l’attributo rel all’interno del tag “a” con il valore “author”

<a href="[profile_url]" rel="author">Google</a>

Una interessante distinzione che possiamo evidenziare e per il cui approfondimento rimandiamo all’esaustivo articolo di Search Engine Land riguarda due possibile procedure legate a:

  • prima ipotesi: utilizzo di rel=”me” e rel=”author”;
    quando? all’interno del sito www.nomesito.it, esiste una pagina www.nomesito.it/biografia-autore cosa succede? www.nomesito.it sarà collegata a www.nomesito.it/biografia-autore tramite rel=”author”; la pagina www.nomesito.it/biografia-autore sarà collegata con rel=”me” alla mia pagina profilo di G+
    Il link che dal profilo Google Plus mi identifica come contributore di va indirizzato alla mia pagina autore all’interno del sito di cui sono autore.
    Questo caso si verifica spesso nei casi in cui in un blog ci sono tanti contributori, ognuno dei quali avrà una propria sezione dedicata.
  • seconda ipotesi: utilizzo di rel=”author”
    quando? all’interno del sito di cui siamo contributori non esiste una nostra pagina /biografia-autore cosa succede? la pagina del sito /contenuto.it sarà direttamente collegata con rel=”author” al nostro profilo Google Plus; il profilo Google Plus rimanderà alla Home Page del sito o blog come “contributore di”.

collegare il contenuto ad una pagina Google Plus rel=”publisher”

In Italia ancora non è stato attivato ed indica la pagina proprietaria della pubblicazione. L’implementazione è simile al profilo:

1: Inserire direttamente nell’indirizzo specificato nell’href il parametro rel=”publisher” come query string

<a href="[profile_url]?rel=publisher">Google</a>

2: Utilizzare l’attributo rel all’interno del tag “a” con il valore “publisher”

<a href="[profile_url]" rel="publisher">Google</a>

Primo obiettivo: curare Google Plus

Da quanto detto sino ad ora appare evidente come scrivere contenuti di qualità all’interno del proprio sito pur rimanendo una condizione necessaria, non è più sufficiente. Banalmente la foto ed il nome (con tanto di numero di persone che hanno inserito l’autore nelle proprie cerchie di Google) costituisce un elemento che cattura immediatamente l’attenzione dell’utente e, come già ampiamente ribadito in ogni sede dagli studi focalizzati ad individuare direzione dello sguardo/punti in cui si focalizza l’attenzione/soglia di attenzione degli utenti, l’immagine spesso vale più di cento parole.

Per rendere efficace la propria strategia sarà sempre di più necessario curare il proprio profilo Google Plus, non solo per l’importanza a livello SEO ma anche perchè:

  • Google Plus authorship permette una maggiore possibilità che il proprio profilo venga visualizzato nei risultati di Ricerca con un evidente vantaggio di visibilità e personal branding.
  • L’utilizzo di Google authorship è strettamente connesso all’autorevolezza che attribuiamo ad un contenuto. Un utente sarà maggiormente invogliato ad aprire un contenuto che sa essere redatto da una persona che si presenta in prima persona piuttosto che un generico contenuto. Mark Traphagen spiega come “over a broad sample of bloggers with G+ profiles, those who use Google authorship tend to average a full Page Rank higher than those who do not.”
  • Google Plus authorship contribuisce alla social media optimization (SMO) dei propri contenuti e del SEO. Come detto nella premessa ciò che diventa sempre più importante è l’interazione che si viene a creare tra l’autore, il contenuto e le altre persone (meglio se influenti e molto attive).
  • progressivamente diventerà sempre più automatica l’interconnessione e l’influenza che Google Plus avrà sul page rank del sito che vi si collega (featured link in un post di Google Plus o collegamento di una Google Plus page al sito web).

Solo nei prossimi mesi, con la prossima uscita del rel=”publisher” anche per l’Italia, potremo renderci conto (da utenti) del grande cambiamento che è in corso d’opera, ma per non farsi trovare impreparati e veder crollare mesi e mesi di duro lavoro bisogna lavorare d’anticipo.
Stay tuned!

Claudio Migliorati
SEO Specialist