Dopo 10 mesi di silenzio, la notte tra il 5 ed il 6 Dicembre è avvenuto ciò che mai ci saremmo aspettati: l’aggiornamento del PageRank. L’update della barretta verde non era prevista prima del 2014, stando anche alle parole dello stesso Matt Cutts.
Nonostante il guru dei webmaster avesse annunciato pubblicamente che sarebbe stato sorpreso di vedere aggiornamenti prima dell’anno prossimo, ma cosi non è stato. E allora cosa sarà successo?
Possibile sia stata una mossa strategica per non svelare che i cambiamenti fossero dietro l’angolo? Purtroppo non possiamo fare un processo alle intenzioni ma possiamo dire con certezza che il valore storico di Google non è morto, anzi, continua ad essere uno dei valori di riferimento per le attività di backlinking.
Per chi non lo sapesse, il PageRank è un valore numerico che va da 0 a 10 attribuito da Google non all’intero dominio (come molti pensano) bensì ad ogni singola pagina del nostro sito. Dovremmo pensarlo come un punteggio vero e proprio, che determina il grado di autorevolezza del nostro sito web.
Capita sempre più di rado che un aumento di PageRank sia direttamente proporzionale ad un aumento di posizione nella Serp. In ottica SEO – e soprattutto in ottica Marketing – è estremamente sbagliato considerare il PR come unico fattore per la popolarità ed il successo del proprio sito; ce ne sono ovviamente molti altri e la prova tangibile la troviamo analizzando la Serp e notando che spesso anche domini con punteggi bassi si trovano in posizioni provilegiate.
Se volete analizzare concretamente le vostre Serp preferite in termini di PR e non solo, fa al caso vostro l’ottima addons per Firefox/Chrome SEO Quake che vi mostrerà una utile toolbar per ogni snippet con interessanti valori da confrontare a colpo d’occhio.
Meno PageRank e più link di qualità
Con questo ultimo aggiornamento, quindi, cosa cambia? In realtà poco, Google ha tenuto ad aggiornare il suo indice come operazione di routine per trasmettere l’autorevolezza di determinati siti che attendevano ansiosi il loro riconoscimento.
A dire il vero questo come tanti aggiornamenti potrebbero far pensare che il PR sia una valore assegnato con una cadenza precisa o quasi; ahimè grande errore anche questo! Sarebbe come dire che invecchiamo di 1 anno solo il giorno del nostro compleanno mentre i mesi prima non vengono messi in conto (l’esempio non è il massimo ma non mi veniva in mente di meglio). Il PR è un valore in costante cambiamento; anche mentre stiamo leggendo questa pagina il PR è lì che varia, celato dal valore pubblico che Big G gentilmente ci offre ogni 3 mesi (o quando lo ritiene più opportuno).
Questa potrebbe essere anche una plausibile spiegazione di come siti che apparentemente hanno un valore più basso del nostro si trovano a rankare meglio di noi; anche se la tendenza generale ha portato con il tempo a pensare che la spiegazione stia nel fatto che questo valore abbia perso – o addirittura mai avuto – “potere” nel posizionamento.
È interessante riflettere su quello che scrive nel 2008 Udi Manber sul blog ufficiale di Google:
“La parte più famosa dei nostri algoritmi di posizionamento è il PageRank, un algoritmo sviluppato da Larry Page e Sergey Brin, i fondatori di Google. Il PageRank è ancora utilizzato oggi, ma solo come parte di un sistema più grande“.
Google quindi è in grado di comunicarci in modo approssimativo quanto una pagina può essere considerata autorevole; ma come lui stesso afferma questo valore ha perso ormai il suo ruolo da protagonista nel grande piano. Il suggerimento, a parte tutto, è quello di continuare a lavorare sulla SEO senza “fissarsi” a guardare continuamente il proprio valore fino al prossimo update pubblico, non perdendo di vista che le nostre pagine sono in gioco ogni minuto e non soltanto quando Google si degna di rendercelo noto.
Se il tuo sito oggi è stato premiato con un miglioramento di posizione, senza dubbio è un buon segno, ma continua ad aggiornarti e tentare, senza adagiarti sugli allori. Raggiungere un determinato score non significa che si può solo salire, ma visti i numerosi cambiamenti algoritmici degli ultimi mesi bisogna prendere in considerazione anche un’eventuale discesa.
In ogni caso, chi credeva nella morte del PageRank deve ricredersi.
Non è assolutamente vero che non esiste più ma il fatto è che esistono diverse forme di pensiero: c’è chi crede nell’autorità assoluta del PageRank e chi, invece, lo considera come uno tra i tanti parametri di valutazione.
Dopo diverse esperienze in cui ho avuto modo di confermare entrambe le scuole di pensiero, il mio modesto parere è che indipendentemente da quanto questo valore possa influire nelle nostre strategie SEO, una volta ogni tre mesi, abbiamo un piccolo ma utile indizio di come il nostro sito stia procedendo agli occhi di Google; che di questi tempi oscuri e pieni di Not Provided non è da disdegnare.
L’ultimo update come abbiamo potuto notare, non ha rispettato le scadenze tradizionali, arrivando a 10 mesi di ritardo. I motivi? Non è dato sapere, ma riflettendo sui tanti cambiamenti e le innovazioni portate nella ricerca negli ultimi tempi, era quasi scontato che l’algoritmo che si occupa del calcolo del PR abbia subito un notevole refactoring per tener conto di così tanto materiale da valutare aggiunto.
Tanto per avere un quadro chiaro riportiamo la timeline degli aggiornamenti di PR dal 2007 ad oggi:
- 6 Dicembre 2013
- 4 Febbraio 2013
- 7 Novembre 2012
- 2 Agosto 2012
- 2 Maggio 2012
- 7 Febbraio 2012
- 7 Novembre 2011
- 1° settimana Agosto 2011
- Luglio 2011
- Giugno 2011
- Gennaio 2011
- Aprile 2010
- 31 Dicembre 2009
- 30 Ottobre 2009
- 27/28 Maggio 2009
- Giugno 2009
- 1/2 Aprile 2009
- 30-31 Dicembre 2008
- 27 Settembre 2008
- 26 Luglio 2008
- 29 Aprile 2008
- 9 Gennaio 2008
- 26 Ottobre 2007
- 28 Aprile 2007
Come far aumentare il valore del PageRank?
Sentiamo spesso dire che un sito ha un PR, quando invece abbiamo detto che non è l’intero sito ad avere una valore di Page Rank ma sono le singole pagine. In generale si tende sempre a definire il PR del sito dal valore che ha la sua homepage, che è sicuramente la pagina più importante e ben valutata di tutte.
L’incremento del PR è determinato principalmente dall’acquisizione di link di qualità che, come dei generatori in una rete elettrica, forniscono energia alla rete caricando nello specifico la nostra pagina linkata, vista come un condensatore.
Ovviamente, maggiore è l’autorità e il PR del sito che linka il nostro e maggiore sarà il Trust che ci verrà in parte trasferito. È più importante, dunque, lavorare nell’ottica di acquisire link di qualità piuttosto che adottare una strategia orientata alla quantità.
Nella valutazione della pagina che ci concederà il backlink è importante soffermarsi non solo sul suo PR ma parallelamente alla quantità di link ad altre pagine presenti in essa.
Questo perchè il rapporto tra il valore di Page Rank della pagina “donatrice” ed il numero dei link ad altre pagine presenti in essa determina fortemente la quantità di PR che verrà trasferita alla pagina di “destinazione”. Una pagina con un PR altro ma con una quantità considerevole di link trasferirà molto meno di una pagina con un PR più basso ma con molti meno link.
Altro importante regola da seguire e quella della contestualizzazione dei link: cioè che i link al tuo sito provengano da siti che trattano argomenti simili o in tema. Questo permetterà non solo di ottimizzare il passaggio di PR tra i due siti ma di fornire una forte fiducia a Google nell’attribuire al link maggiore autorevolezza.
Quindi si riduce tutto al un lavoro esterno al nostro sito? Assolutamente no!
In tutte le reti elettriche che si rispettino l’energia acquisita deve essere ben canalizzata ed ottimizzata per garantire una distribuzione equilibrata ed efficace a tutta la struttura interna. Per semplificare questo concetto possiamo rappresentare il nostro sito con una struttura a grafo, dove ogni nodo corrisponde ad una pagina contenente link in entrata ed in uscita.
Se pensiamo in questa ottica anche i siti esterni da cui riceviamo link, è facile capire come la quantità che riceviamo in dono debba essere sapientemente organizzata all’interno del nostro circuito interno attraverso una ragionata e ben progettata struttura di link interni.
Detto questo, vediamo nel dettaglio cosa può servire per incanalare al meglio il PR acquisito e garantire un incremento di autorità a tutte le nostre pagine del sito:
- definire prima di tutto una Keyword Density per selezionare le chiavi con un alto indice di efficienza;
- strutturare i menu del sito e una rete ottimizzata di link interni che permettano una navigabilità del sito chiara e coerente con le keyword scelte, così da far “ricircolare” il traffico;
- nella fase di backlinking, controllare che gli anchor text linkati siano ben mixati tra follow e nofollow, variando in maniera naturale le keywords di maggior interesse;
- fare attenzione a non saturare le nostre pagine con troppi link interni alla stessa pagina e con la stessa keyword;
- utilizzare il robots.txt per evitare che vengano indicizzate pagine di contenuti aggregati come i classici link dei Tag Cloud o pagine di categoria dei Blog che influenzano l’efficacia delle singole pagine;
- evitare di linkare la stessa pagina da cui proviene il backlink o eventualmente linkare una pagina diversa, magari con un bel nofollow.
In generale questi sono solo alcuni consigli su come custodire e valorizzare il piccolo tesoro che Google ci offre. Il vero segreto non risiede in un semplice valore bensì nel saper condividere e creare interesse reale verso il proprio sito, al fine di generare Trust e link di qualità naturali che vengano indirizzati in modo ottimale nel nostro sito.
Page Rank e ragionamenti a parte, la teoria del regalo insegna che bisogna in primis saper donare prima di ricevere; questa è l’unica sana teoria che mi sento di seguire e consigliare a chi continua ancora oggi a fare della sua ragione di vita la solita scontata e inutile domanda: