Avreste mai pensato di poter ricevere via aria i vostri pacchi? In questi giorni sta spopolando sul web il video fenomenale – e virale – dei droni telecomandati che consegnano a domicilio ciò che è stato ordinato. Il colosso Amazon, infatti, sta progettando “fattorini volanti” che in poco meno di 30 minuti spediscono direttamente a casa la merce.
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Ovviamente il progetto “surreale” è in fase di lavorazione ed in attesa di autorizzazioni ma l’idea non è per niente male, anzi… è geniale!
Lo shopping online è sempre più gettonato; l’e-commerce è diventato un elemento indispensabile per chi ha smania di acquisti, soprattutto se facili e veloci. Collegandosi al sito, è possibile acquistare ogni cosa con un semplice click, dall’abbigliamento al cibo. E’ curioso vedere come il bisogno di avere tutto sotto controllo ed a portata di mano abbia preso il sopravvento sullo shopping tradizionale. Il dubbio amletico che però assale una volta premuto il fatidico tasto ACQUISTA è: arriverà o no?
Amazon e Google: chi per primo?
L’iter delle spedizioni è sempre più complesso, rimanendo, talvolta, un’incognita. Quando la consegna richiede diverse settimane, il tempo di attesa è snervante per chi è ansioso di ricevere il suo pacco, effettuando in modo compulsivo il tracking online per sapere quando arriverà a destinazione. Per sopperire a questa inefficienza dilagante ed accorciare le tempistiche, Amazon ha messo in piedi un vero e proprio arsenale di tecnologia, fatto di congegni volanti.
L’idea, dicevo, è di suo grandiosa ma non totalmente nuova.
Chi è abituato a seguire con costanza le news del grande capo Google sa che l’input è partito da qui circa un anno fa. Nel corso degli ultimi anni, Big G ha presentato su carta alcuni progetti avveniristici – e allo stesso tempo bizzarri – che al confronto i droni volanti “amazoniani” sembrano inarrivabili.
“Astro” Teller, mente del team di Google X, presentò pubblicamente il cosiddetto Google Self-Driving Car, un’automobile in grado di guidare senza l’intervento dell’uomo e con due obiettivi principali:
- effettuare consegne a domicilio in modo autonomo;
- ridurre il numero di incidenti sulle strade americane.
Inutile affermare che presentare sul mercato un’automobile pilotata da un software è una vera rivoluzione, sia nell’ambito dei trasporti che della tecnologia stessa.
Le intenzioni iniziali di Big G era quello di servirsi delle macchine per poter effettuare consegne di ogni tipo, non parlando di un legame ad un e-commerce particolare. La sottile differenza potrebbe essere questa: mentre Amazon impronta la sua idea ad un portale web, Google fa un discorso generale, senza un rimando specifico al web o ad altro. Benchè le intenzioni dei due colossi siano leggermente diverse, il concetto è però identico.
Inoltre, proprio di recente, mentre Amazon diffonde il prototipo – drone, Google fa sapere che da anni sta lavorando alla progettazione di Google Robots in grado di:
- svolgere lavori manuali, eliminando la presenza umana in alcuni ambiti di produzione industriale;
- effettuare consegne inaugurando il servizio Google Shopping.
Ecco che il team di Mountain View rivendica, una volta per tutte, la paternità dell’idea. Se l’ipotesi di creare una macchina autonoma era passata in sordina … stavolta la bomba è esplosa, colpendo chi gli ha pestato i piedi, un’altra superpotenza, Amazon appunto.
Se però l’annuncio dei droni volanti rimane tuttora un’utopia da realizzare, il messaggio di Andy Rubin alla platea Web è riuscito a piantare radici solide non solo per il valore del nome Google, ma anche per le prove circa le loro intenzioni serie: l’acquisto di sette startup, tra le più qualificate, specializzate in robotica ed intelligenza artificiale.
Di certo vedere che due colossi del mondo tecnologico sono intenti a sfidarsi, strappa un sorriso. Vanno però considerate una serie di problematiche, relative ad esempio alla sicurezza dei cittadini, a come gestire le consegne in zone particolarmente affollate, ai metodi per evitare il rischio di furti ecc. I droni di Amazon sono simpatici ed utili ma solo se il loro utilizzo viene circoscritto a poli industriali o all’interno degli stessi edifici, altrimenti logisticamente scordiamoci una consegna immediata. Per quanto riguarda Google, l’idea è di sicuro più realista perché avvalorata da anni di lavorazione e progetti, mettendo in conto ogni tipo di disagio.
Se dovessi scegliere tra le due, non avrei nessun dubbio.
I robots conquisteranno il mondo?
Se dovessimo sorvolare sull’indiscussa straordinarietà degli ingegni, potremmo perfino renderci conto che dietro si nascondono motivazioni ed intenzioni… paurose. L’avvento dei droni nella vita quotidiana, o almeno la loro ipotetica introduzione, ci fa pensare che siamo arrivati ad un punto di non ritorno dove la tecnologia sta via via prendendo piede. La mentalità robotica entra nella vita reale rompendo i propri limiti virtuali e compiendo le nostre stesse azioni. Dovremmo spaventarci? La letteratura fantascientifica ci ha educato a farlo ma l’idea che operai robot possano prendere il nostro posto fa ancora parte dell’immaginario. O almeno si spera. In realtà la robotizzazione del lavoro e delle nostre vite sta prendendo sempre più forma. L’Homo Roboticus, in quanto tale, è progettato per essere perfetto e, attualmente, per colmare le lacune lasciate dall’uomo. Macchine che si guidano da sole, droni che fanno consegne e robot che lavorano. È corretto affidarci totalmente alle macchine? Cosa dovremmo aspettarci?