Il retargeting può apportare dei notevoli successi ad una strategia di web marketing generale, può realmente essere considerata come la marcia in più, come la pedina vincente, purchè utilizzata con criterio ma procediamo con ordine.
Quando parlo di retargeting, intendo un sistema di pianificazione della pubblicità online che permette di raggiungere utenti che hanno visitato un determinato sito in passato. Si tratta di campagne display in grado di incrementare considerevolmente il ROI proprio perchè sfruttano utenti già “skillati” (magari profili che hanno iniziato un form di contatto senza completarlo). Nello specifico a questi saranno diretti annunci ad hoc, su prodotti su cui si erano soffermai in passato.
Come vi stavo dicendo in precedenza questa strategia, se ben strutturata può recare dei reali benefici, in quanto costituisce un’arma efficace per far tornare un cliente, su uno specifico sito.
Il concetto che sta alla base del retargeting è fondato su alcuni studi che hanno analizzato il comportamento medio dell’utente, notando come difficilmente questo converte alla prima visita. La sua efficacia è data dall’ottimizzazione della spesa pubblicitaria che ne deriva, intercettando solo utenti altamente targettizzati (chi può esserlo di più?). Andiamo però nello specifico cercando di definire gli step fondamentali che caratterizzano una campagna di retargeting.
Retargeting: istruzioni per l’uso
Evitare assolutamente di essere ridondanti, non dare mai ai clienti quella sensazione di essere controllati. Esagerando si corre il rischio, quello di far perdere di efficacia la propria campagna. Per evitare questo basta semplicemente impostare un limite di frequenza, così facendo gli utenti saranno raggiunti solo dagli annunci di loro interesse.
Sulla scia di questa strategia il consiglio successivo è quello di segmentare il vostro target quanto più possibile. Si potrebbero personalizzare i messaggi ad esempio, una volta che una persona atterra sul vostro sito, già partendo dalla home page potrete mostrargli solo gli annunci di un prodotto verso il quale precedentemente ha mostrato interesse, rendendolo il più appetibile possibile.
Questa segmentazione deve necessariamente passare anche per altre variabili, utili per targettizzare con più precisione. Avendo con il retargeting la possibilità di scegliere la posizione degli annunci, questi saranno molto più mirati se prenderanno in considerazione l’età, il sesso, la posizione geografica, etc. etc. Ovviamente questo principio funzionerà meglio se i vari messaggi realizzati saranno creativi e penetranti.
La semplicità (sia nel testo che nella grafica) paga sempre, essere chiari e diretti (d’altronde vi state rivolgendo a chi vi conosce già quindi evitate di fare troppo i “fighi”), utilizzate molto le call to action migliorano l’esperienza di navigazione. I banner fatti devono sembrare “vivi”, nel senso che non possono essere realizzati e poi abbandonati al proprio destino, devono essere aggiornati con cadenze temporali precise, è testato come un banner stravisto abbia un vero e proprio abbattimento dei click.
Ricollegandomi al discorso sulla ridondanza e sui suoi effetti deleteri, è un’ottima soluzione quella di inserire il famoso “burn code”, un’implementazione di codice che va inserita nella pagina di post conversione. Permetterà di eliminare le persone che hanno completato questa azione, dalla campagna di retargeting, migliorando le performance della strategia di web marketing.