Dicembre si sta dimostrando un mese ricco di cambiamenti, soprattutto in casa Google.
Di un paio di settimane è la news che riguarda la visualizzazione delle immagini sulla posta elettronica di Gmail, con l’introduzione dell’Image Caching.
Normalmente, quando riceviamo e-mail composte da testo e immagini, quest’ultime non sono allegate al messaggio ma vengono caricate esternamente dal sito a cui fa capo la mail.
In questo modo, chi apre l’immagine lascerà una traccia nei log del webserver dal quale vengono prese le immagini visualizzate nell’e-mail.
Non è un caso che molti client di posta e webmail richiedono di confermare il caricamento di immagini esterne per motivi di privacy e sicurezza.
Nulla di strano in ciò, salvo il fatto che questa caratteristica è da tempo sfruttata da chi fa email marketing per monitorare i risultati dell’invio di newsletter.
Vantaggi e svantaggi del vecchio sistema?
Mentre, quindi, il visitatore incontra difficoltà per aprire le immagini, il mittente può collezionare dati relativi a:
- quando è stata visualizzata la mail;
- quante volte è stata visualizzata;
- dettagli sul dispositivo di chi ha visualizzato l’email;
- ip, provider, area geografica (approssimata).
Il beneficio, però, è che la pesantezza dei file viene limitata, favorendo l’invio rapido senza intasare il traffico sui mailserver. Allo stesso tempo, questo “giochetto” consente a chi ha inviato la mail di analizzare tutti i dati di ricezione e fare una statistica generale delle visualizzazioni, a discapito della privacy e della sicurezza del pc o dispositivo mobile, che è più esposto anche a possibili virus.
Image Caching: cosa cambia?
Con l’Image Caching, Google ha avuto un’idea brillante: servire le immagini dai propri server (assumendosi il compito di filtrare contenuti pericolosi, su scala globale) e attivare per default la visualizzazione delle immagini nelle e-mail.
Invece di servire le immagini direttamente dal server host esterno, quindi da sconosciuti, Gmail fornirà ora tutte le immagini attraverso i propri server proxy sicuri di Google, tutelando gli utenti.
Cosa significa?
“Gmail can now display images by default without any security risk, as Google will now cache all emailed images on its own servers. This, in theory, roots out images riddled with malware and prevents unsolicited marketers from tracking images to their recipients“.
Fino a poco tempo fa, quindi, gli utenti di Gmail per vedere le immagini dovevano cliccare manualmente qualcosa che era interno al messaggio. Il processo, che coinvolgeva due o tre click di troppo, adesso prevede il salvataggio nella cache di tutte le immagini inviate via e-mail sui server Google, cosicchè le immagini potranno essere controllate per individuare eventuali virus o malware. Ciò vuol dire che:
- chi riceve la mail potrà vedere immediatamente l’immagine;
- chi manda la mail non potrà monitorare il traffico ricevuto per le proprie statistiche di visualizzazione, se non quello prettamente inerente al proprio sito.
Benefici?
Di elementi positivi ce ne sono molti, almeno per chi riceve:
- le immagini verranno visualizzate in maniera decisamente più chiara con una risoluzione ottimale, il calcolo dei pixel verrà fatto in base alla sorgente;
- anche se il processo rende l’apertura di e-mail un po’ più di un lavoro di routine, il pc/smartphone saranno più protetti da possibili spam-virus che potrebbero compromettere la sicurezza del pc e del mobile;
- miglioramento della privacy: anche se discutibile, gli indirizzi destinatari avranno un po’ più di privacy dal momento che le immagini saranno servite da Google, tramite SSL;
- maggior funzionalità all’interno della posta elettronica;
- messaggi più sicuri e veloci.
Elementi negativi?
Per chi riceve e-mail non ci sono particolari svantaggi da segnalare, forse un consumo di banda superiore dovuto alla visualizzazione automatica delle immagini (ma Google potrà ottimizzare anche quello).
Chi lavora con l’email marketing si trova di fronte ad un cambiamento discutibile: da una parte la garanzia che la newsletter verrà visualizzata con tutte le immagini, così come era intesa in fase di design.
Dall’altro però, il sistema di tracciamento delle visualizzazioni – che a onor del vero non è mai stato particolarmente affidabile – non potrà tracciare il numero di aperture del messaggio ed i dettagli su chi apre il messaggio come ip, client di posta/browser, area geografica e dati analoghi a quelli collezionati per i visitatori di un sito.
Per concludere, bisogna dare atto a Google di aver contribuito a cambiare il modo in cui utilizziamo l’email, facendo da apri pista e alzando l’asticella per i concorrenti.
Quanto impiegheranno gli altri big ad implementare l’Image Chaching? Si accettano scommesse.