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In Depth Articles: il Colpo di Coda di Google

Nel mese di Agosto il colosso statunitense Google ha implementato una nuova funzionalità riguardante la modalità di indicizzazione di contenuti che prende il nome di “In-Depth Articles”,ossia “articoli di approfondimento”, rendendo ancora più forte l‘efficacia ed il valore della SEO.

Gli utenti abitualmente si rivolgono al motore di ricerca più famoso al mondo alla ricerca di informazioni inserendo delle parole chiave che a volte risultano eccessivamente generiche e non sempre i primi risultati corrispondo a quanto desiderato.

Per facilitare e migliorare il processo di ricerca, Google ha di recente implementato un nuovo sistema di algoritmi che permette di mostrare contenuti che presentano delle strutture precise e contenuti specifici in base all’argomento ricercato. In linea generale la “in depth articles” è pensata per andare incontro alle esigenze di un maggior contesto d’informazione attraverso un preciso algoritmo di indicizzazione nuovo che possa favorire un sistema di contestualizzazione creata ex novo ed a svantaggio delle grandi enciclopedie telematiche come Wikipedia.

Ma in cosa consiste esattamente questo sistema? In primis dopo aver digitato le prime parole vediamo comparire dei “blocchi” di articoli accompagnati da un’immagine in miniatura, un titolo in blu linkato alla pagina originale, un estratto del contenuto ed in fondo la fonte del blog o del sito da cui provengono le informazioni.

Questo nuovo Snippet è molto importante per quanto riguarda il mondo della comunicazione e del marketing in generale, difatti il visitatore riesce subito a fruire dei contenuti più noti, velocizzando le operazioni di approfondimento e scartando i percorsi di minore interesse. Ma non solo. Le promesse del colosso statunitense sono quelle di dare maggiore visibilità a blogger e testate giornalistiche meno famose, di mettere in evidenza l’informazione indipendente e spontanea. “Pubblicazioni più complete” che non significa necessariamente quelle firmate dai news brand di portata mondiale ma “i contenuti possono arrivare da testate ben note, meno note o da blog”, come sottolinea Jacob Hubert.

L’importanza di avere un Authorship

A questo punto si evince che Google ha deciso di unire un nuovo formato visuale in SERP, che mette l’accento anche sugli autori oltre che sulla validità del prodotto editoriale. Sembra scontato dirlo ma, in un mondo che sembra ridurre tutto ad un’impersonalità imbarazzante, il fatto di avere a fianco ad un articolo un’immagine di riferimento attribuisce maggior credibilità da parte di un pubblico che finalmente riesce ad associare un volto alle parole che legge, e ciò non è da sottovalutare.

Noi siamo abituati a vedere catalogati gli articoli di maggior spessore con annessi link e immagini, con questo nuovo progetto si mira a mettere in evidenza ogni tipo di argomento in base a delle “liste” stilate direttamente dalle grandi menti di Google, il che potrebbe risultare alquanto curioso al fine di individuare quali possano essere i criteri di assemblaggio del grande colosso. Ci basterà digitare termini come Censorship piuttosto che Happiness ed il motore di ricerca ci fornirà una lista di articoli con annessi Authorship come marchio di fabbrica e garanzia, selezionando fra un ampio numero di fonti noti e qualche buon blog meno conosciuto. Come avverrà questa scrematura? Sfruttando diversi indicatori di qualità e di approfondimento per cui gli articoli che Google riconosce come validi in merito a un tema preciso rimarranno così per più tempo in evidenza all’interno del nuovo box.

In-Depth-Articles

Al momento l’obiettivo risulta lontano, non solo da un punto di vista geografico ma anche telematico, si riuscirà a dare il giusto spazio anche a testate di minor tiratura? Non tutte le speranze sono perdute, basterà fare un pò più di fatica per ottenere i risultati desiderati.
Per prima cosa ci si dovrà attenere scrupolosamente al seguente schema:

  • Titolo in base ad uno Schema.org Article markup
  • Authorship markup, un’immagine individuabilie e indicizzabile
  • Logo dell’organizzazione (o Publisher)
  • Paginazione (descrizione, data di pubblicazione e corpo dell’articolo)

Dunque mentre l’America si prepara ad accogliere Google Now come nuova interfaccia di Google Search, pare che in Italia la notizia stia passando in sordina, non vedendo luce, ciò nonostante a noi amanti del web non resta che attendere il fatidico momento in cui il vento della novità Google scombini qualcosa anche qui.

Claudio Migliorati
SEO Specialist